Restauro e risanamento conservativo
PROBLEMA
Gli edifici e le costruzioni di interesse storico artistico monumentale richiedono di una
costante manutenzione al fine di limitare il danneggiamento, da parte delle alterazioni esterne, dei materiali che li costituiscono.
La Carta del Restauro nel 1883 parla della necessità di porre mano ai monumenti architettonici
solo nel caso in cui sia dimostrata incontrastabile la necessità di farlo, devono piuttosto venire
consolidati che riparati, piuttosto riparati che restaurati, evitando in essi con ogni studio le aggiunte e le innovazioni.
Le operazioni di manutenzione sono però molto rare e spesso ci troviamo ad intervenire su superfici o materiali già compromessi e danneggiati, che richiedono di veri e propri restauri.
Sono sempre più frequenti i casi dove si interviene in tempi relativamente brevi su restauri precedentemente fatti, che hanno subito l’alterazione del tempo dimostrandosi
non adeguati alla caratteristica di durabilità a cui devono rispondere.
Le cause che innescano questi fenomeni, sono da individuare nella sostituzione progressiva delle diverse tecniche costruttive collaudate nel tempo, che mantenevano costanti metodologie tramandate di generazione in generazione e nel rapido invecchiamento dei materiali, spesso utilizzati incuranti della loro compatibilità con i supporti e con le alterazioni al quale l’edificio è sottoposto.
Questo ultimo aspetto potrebbe essere evitato con una
corretta e attenta progettazione e valutazione dei materiali utilizzati, che dovranno essere
compatibili con le strutture originarie sottoposte all’opera di conservazione.
INTERVENTI RICHIESTI
Particolare attenzione deve essere fatta in tutti quei restauri conservativi dove si debba procedere con la sostituzione del materiale originario, perché ormai compromesso ed irrecuperabile, in questi cosi si dovrà procedere con materiali affini e compatibili, il che non significa con prodotti identici con l’originale, ma affini alle loro caratteristiche chimico fisiche e compatibili con i supporti al quale sono destinati.
In questi casi i restauri fatti in passato hanno dimostrato che per interventi riguardanti: intonaci, ricostruzioni, consolidamenti, finiture, deumidificazioni, deve essere valutata ancor prima delle performance del materiale l’origine del legante con il quale è realizzato, in quanto strettamente legato alla
compatibilità nei confronti del supporto e quindi della sua
durata nel tempo.
Si cercherà con ogni studio di
evitare materiali contenenti resine organiche e leganti idraulici a base cemento, in quanto limitativi della traspirabilità dei supporti e potenzialmente dannosi.